Feb 5, 2012 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il treno fermo

Il treno fermo

Cari amici stasera approfitto del mio blog per raccontarvi cosa mi è successo, cosa dovevo fare e cosa invece ho fatto.

Sono stato segregato per 5h in un treno fermo in mezzo ai binari, poche centinaia di metri dopo la stazione di Bologna…perché la sfortuna ha voluto che il pantografo del treno si rompesse (probabilmente per le avverse condizioni climatiche) appena dopo aver lasciato i binari percorribili a piedi della stazione.

Per cui ci è stato vietato di uscire, le porte del treno sono state sigillate per sicurezza. Non si poteva scendere perchè la polizia salita sul treno ha proibito di farci scendere.

C’era qualcuno che dopo alcune ore si è sentito male per claustrofobia, allora il personale a chiedere se c’era un medico a bordo del treno, noi a passeggiare per scaldarci dal freddo (niente riscaldamento, niente luce, niente corrente, toilette che erano una vera meraviglia…intasate all’inverosimile perché tutte le funzioni meccaniche del treno risultavano annullate).

Con il treno impossibilitato a muoversi per quelle poche centinaia di metri che ci avrebbero consentito di entrare in stazione, siamo stati fermi per circa 5 ore, senza poter uscire, senza condizionatore. Alla fine ci siamo messi a saltellare per scaldarci, per sgranchirci, abbiamo provato a calmare un gruppo di rivoltosi che voleva scendere a tutti i costi.

Poi finalmente è arrivata la motrice, l’attesa delle prove, i comunicati che ogni tanto scandivano l’intervallarsi dei lunghi silenzi, il capotreno che correva su e giù e noi a fermarlo tutte le volte per chiedergli com’era la situazione.

Poi finalmente una scossa, la motrice fa muovere di alcuni metri il treno.

Stop.

I soliti deficienti di turno, frettolosi più del dovuto, impazienti…hanno tentato di aprire le porte del treno, di forzarle.

Patatrac…patatrac!

Di nuovo a dover rifare le prove. Fino a quando finalmente….

Ma andiamo con ordine: parto stamattina alle 7.35 diretto a Napoli con l’AV 9563…il treno non c’era tra l’elenco dei treni a rischio per cui mi sono… arrischiato! Tutto in ordine, sembra una giornata perfetta.

Piccolo particolare…il binario di partenza era il 17. Non che io sia superstizioso, non lo sono proprio per niente…ma poi quando mi hanno fatto notare la cosa, quando è successo il patatrac, il primo della serie, ci ho ripensato.

Improvvisamente, una voce scandisce le parole seguenti…in linguaggio gentile ma con contenuto poco rassicurante…”Trenitalia informa la Spettabile Clientela che il treno AV 9563 su cui state viaggiando si fermerà a Firenze”.

Poi arriva il capotreno, e noi a chiedere…”ma come, cos’è successo, perché…”.

“Chi vuole proseguire oltre Firenze deve scendere a Firenze, Roma è bloccata, non si passa. Dovete trovare il primo treno disponibile che arrivi fino a Roma da Firenze, poi quello che da Roma prosegue per Napoli.”

Mi consulto con gli altri viaggiatori, cosa facciamo? Un signore mi dice che deve andare a Napoli, mi chiede se l’accompagno. Potrebbe essere un’idea. Poi però ci ripenso… A che ora sarei arrivato a Napoli? Momenti di concitazione, poi decido. Torno a Torino. E’ la soluzione più ragionevole.

Il caposervizio mi dà la possibilità di stare in prima classe vicino all’ufficio di controllo, chiacchiero un po’ con lui. Solidarizzo. E il capotreno mi autorizza a rimanere sul treno senza dover scendere e senza cambiare.

Devo aspettare di arrivare a Firenze e poi torno indietro con loro. Problema risolto. L’ho pensato…e ho fatto male!

Non sono sceso subito a Bologna, poche centinaia di metri e poi…fermi! Cosa succede? Aspettiamo una decina di minuti, sembra una sosta tecnica, ma dopo un po’ appare subito chiaro che c’è qualcosa che non va…

Si è rotto il pantografo (Il pantografo è l’organo utilizzato dai mezzi di trazione ferroviaria o tranviaria come le locomotive elettricheautomotrici elettricheelettrotrenimotrici tranviarie, per prelevare l’energia dalla linea elettrica di contatto) per cui  dobbiamo attendere la squadra tecnica, ci penseranno loro, una cosa da nulla…

Un’ ora dopo avevamo tutti capito che non era una cosa da nulla, c’era chi imprecava, chi si divertiva, chi rideva, chi voleva uscire a tutti i costi.

Eravamo vicinissimi alla banchina della stazione…perché non farci scendere? E’ salita la polizia, si sono consultati, hanno deciso di non farci scendere per motivi di sicurezza.

Così siamo diventati “quelli del treno fermo”. Quando finalmente la motrice è riuscita a riportaci in stazione, l’assistenza ci ha accolto con solerzia, ci hanno anche avvisato di stare attenti a scendere, perché il gradino era disagevole…

Io ero con un gruppo di persone dirette a Firenze, loro hanno proseguito su un altro treno che era stato autorizzato ad arrivare fino a Roma (i binari di Roma disponibili erano solo 6, per cui hanno dovuto cancellare molti treni, compreso il mio, quello che poi si è rotto per i fatti suoi…).

Io volevo tornare a Torino. Ero con un ragazzo cinese, siamo andati all’assistenza, ci hanno accompagnato al bar e ci hanno offerto bibita e pizzetta. Poi qualche informazione su come avere il rimborso… e le solite tiritere per rassicurarti.

Ma non c’era tempo da perdere, dovevamo rientrare se no avremmo dovuto dormire a Bologna!

E allora via di corsa…bisognava andare a Milano per prendere un treno, uno qualunque, che ci portasse a Torino. Trovato, saliamo di corsa, ci hanno garantito che i biglietti non utilizzati ci avrebbero concesso di fare rientro direttamente senza passare in assistenza per farli convertire, era una situazione eccezionale e tutti avrebbero capito. Saltiamo sul treno, un Frecciarossa diretto a Milano. 

Appena in tempo per prendere l’ultimo treno diretto a Torino, quello dopo era stato appena cancellato.

Siamo arrivati finalmente a Torino, che avventura!

Il treno fermoultima modifica: 2012-02-05T00:37:00+01:00da yellow-68
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